05 Apr TSOVINAR EXCAVATION PROJECT (TEP)
Tsovinar Excavation Project (TEP)
Direttori: Miqayel Badalyan “Erebuni” Historical & Archaeological Museum-Reserve), Roberto Dan (ISMEO)
Nazione: Armenia, Regione del Kotayk
Periodo: 2014-2015
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Tra il 2014 e 2015 è stata effettuata una missione archeologica armeno-italiana nella Fortezza di Tsovinar, sita sulla sponda meridionale del Lago Sevan, tra i villaggi di Tsovinar e Arstvanist, nella provincia di Gegharkunik.
Il progetto era finalizzato all’indagine del sito, con particolare attenzione ai livelli di occupazione urartea, già attestati dalle ricerche passate e dalla presenza di una nota iscrizione (CTU A 10-2).
Il sito di Tsovinar è stato oggetto di diverse indagini archeologiche a partire dagli anni ’30, tra le quali una diretta da Boris B. Piotrovskij. La fortezza mostra diversi livelli di occupazione dal Bronzo Antico al Medioevo. Il sito conobbe il suo periodo di massima importanza durante l’epoca Urartea (seconda metà dell’VIII sec. a.C.) quando fu edificata una grande fortezza, destinata a rivestire il ruolo di principale centro amministrativo dell’area meridionale del Lago Sevan. Il ritrovamento in situ dell’iscrizione rupestre di Rusa I (ca 730-713 B.C.) ci permette di conoscere il nome antico della fortezza: Teišebai URU che letteralmente significa “città del dio della tempesta”.
Nel 2014 è stato effettuato un sondaggio sul versante meridionale della collina, denominato Area A, che ha portato alla luce un grande ambiente addossato alla cinta muraria meridionale della Fortezza.
Nel 2015 lo scavo si è ulteriormente ampliato. È proseguita l’indagine dell’area A in cui è stato identificato un ampio ambiente rettangolare, la cui funzione non è ancora stabilita. La stratigrafia ha messo in luce diversi livelli pavimentali, associabili preliminarmente ad un arco temporale datato tra il periodo tardo urarteo (VII a.C.) e il post-Urartu (VI-V a.C.).
Sono state investigate altre due aree. L’area B, ubicata all’interno dell’acropoli maggiore, ha confermato le considerazioni proposte da B. Piotrovskij, il quale evidenziò la scarsa presenza di deposito archeologico sulla sommità del sito. Lo scavo ha effettivamente provato la povertà del deposito archeologico, dovuto all’esposizione dell’area agli agenti atmosferici. Lo scavo ha infatti esposto, dopo poche decine di centimetri, la roccia vergine. Nell’Area C, sita ai piedi della collina, sono stati individuati interessanti resti di un insediamento della tarda Età del Ferro.