Il LoRAP è iniziato nel 1988 con un accordo di collaborazione scientifica tra l’IsMEO (poi IsIAO) e la Archaeology Division – Department of Fine Arts of Thailand (AD-Thai FAD) ed ha avuto la costante collaborazione, regolata da accordi ad hoc, del Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’ per le attività di campo, di studio e di restauro. Il progetto è oggi sotto l’egida dell’Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente (ISMEO) che assieme al MAECI ne co-finanzia le attività. Il LoRAP è co-diretto da Roberto Ciarla e, per la parte tailandese, da Surapol Natapintu (Thai FAD- Silpakorn University, 1988-2006) e da Pakpadee Yukongdi (Thai FAD, 2007-oggi).
L’area delle indagini è la Piana alluvionale di Lopburi, margine orientale della grande Pianura Centrale tailandese. A clima tropicale di savana e tagliata dai fiumi Lopburi e basso Pasak (affluenti orientali del F. Chao Praya), la Piana è punteggiata da colline a inselberg e chiusa a Est-Nordest dalla catena dei Petchabun-Dong Phaya Yen, rilievi che consistono di calcari-e-arenarie misti a rocce magmatiche; al contatto dei due orizzonti litologici emergono le mineralizzazioni di rame sfruttate in antico.
Il progetto ha per obiettivo la definizione del ruolo svolto dalla prima dispersione e dall’espansione della risicoltura, dalla crescita delle attività artigianali e dagli scambi su lunga distanza nei processi di formazione delle società complesse della Thailandia centrale tra il 2000 a.C. e il 1000 d.C., con particolare riferimento alle dialettiche socio-economiche intercorse con la civiltà cinese e indiana.
Nell’arco di ca. 30 anni di attività nella Provincia di Lopburi sono stati condotti scavi stratigrafici a Tha Kae (Distretto di Lopburi), a Phu Noi (Distretto di Ban Mi), a Khok Din e Noen Din nella zona mineraria di Khao Sai On (Distretto di Lopburi) e, su invito della Facoltà di Archeologia dell’Università Silpakorn, a Ban Pong Ma Nao (Distretto di Patthana Nikhom). I materiali frutto di questi scavi, in deposito presso il Museo Nazionale del Palazzo di Re Narai a Lopburi, sono stati studiati e sottoposti ad interventi di conservazione/restauro nel corso di numerose stagioni a ciò dedicate.
Gran parte degli obiettivi del progetto sono stati raggiunti; in particolare, si è contribuito alla creazione di una sequenza cronologica regionale che, applicabile a tutta la Thailandia centrale, è in armonia con le sequenze culturali accettate per l’intero Sudest asiatico continentale. L’emersione della risicoltura nella regione, all’inizio del 2 millennio a.C., è stata inquadrata nel ben più vasto fenomeno della dispersione, iniziata nel 4 millennio a.C., di gruppi di risicoltori dalla media valle dello Yangtze attraverso regioni meridionali che, come abbiamo anche dimostrato, videro la dispersione della metallurgia del rame nel tardo 2 millennio a.C. Si sta chiarendo, poi, come la crescita delle attività artigianali, dalla prima metà del 1 millennio a.C., sia da considerare come una delle variabili di un più generale processo di crescita della complessità sociale, cui non furono estranei i primi contatti con l’India e quelli, di più antica data, con la Cina, dei quali è stata trovata l’evidenza tangibile nei nostri scavi.
Sono state inoltre condotte ricognizioni geoarcheologiche che, pur limitate dalla scarsità di fondi, hanno portato alla migliore comprensione delle relazioni uomo-ambiente nell’arco di tre millenni (2000 a.C.—1000 d.C.). Questo lungo arco di tempo vide gli iniziali, e alquanto limitati, interventi di trasformazione del naturale ambiente paludoso della Piana di Lopburi da parte di locali proto-agricoltori, cui seguirono, nel 1 millennio a.C., importanti deforestazioni lungo le pendici montane e nella Piana dovute allo sfruttamento degli affioramenti metalliferi e all’espansione delle coltivazioni. Dal tardo 1 millennio a.C. iniziò poi un processo di crescita socio-economica con l’affermarsi di centri di aggregazione sociale -gli insediamenti cinti da fossato e terrapieno- associati alla diffusione degli attrezzi di ferro e della coltivazione in risaia.
Tale crescita fu anche favorita dall’iniziale contatto con il Subcontinente indiano (secc. III a.C.-II d.C.) come ha evidenziato il rinvenimento di importazioni e di imitazioni di “beni di lusso indiani”. Il controllo e la gestione degli scambi di tali beni da parte delle locali élite furono strategici per la nascita di strutture di tipo statale, anche basate sull’adozione e adattamento di concezioni ideologiche hindu-buddhiste. Questa crescita socio-politica è evidenziata dal fenomeno artistico Dvaravati, condiviso da una rete di porti, centri urbani e religiosi di lingua e popolazione Mon tra i secc. VII-XI. Di questi centri Lopburi, allora Lavo (o Lavapura), fu uno dei più importanti, prima di divenire il principale centro politico/artistico Khmer ad occidente di Angkor, concomitantemente alla ripresa degli scambi culturali e commerciali con l’impero cinese nei secc. XI-XIII.