Il sito archeologico di Mersa/Wadi Gawasis, sulla costa egiziana del Mar Rosso, è il porto dal quale durante il Medio Regno (ca. 2050-1650 d.C.) partivano le spedizioni navali del Faraone verso il Paese di Punt. Il sito è localizzato presso la foce del Wadi Gawasis, 25 km a sud della moderna città di Safaja e 50 km a nord di Quseir e si estende su una terrazza corallina e nell’area circostante.
Il sito venne scoperto a metà degli anni ’70 del secolo scorso da Abdel Monem Sayed, al tempo professore presso l’Università di Alessandria. Il professor Sayed indagò alcune strutture votive, collezionando ancore e stele inscritte risalenti alla XII° dinastia (1985-1773 a.C.). Basandosi sulle inscrizioni rinvenute fu in grado di identificare l’antico toponimo egizio del sito, Saww.
Dal 2001 un’équipeinternazionale composta da membri provenienti da “L’Orientale” di Napoli, l’Università di Boston e ISMEO (al tempo noto come IsIAO), avviò un nuovo progetto di ricerca, con lo scopo di definire il sito all’interno del suo contesto paleo-ambientale, di comprendere le motivazioni alla base della scelta del luogo per la fondazione del porto, di analizzare l’organizzazione e la gestione delle spedizioni egiziane verso il Paese di Punt ed infine per provare a ricostruire la rete di scambi commerciali con Punt e le regioni del Mar Rosso coinvolte.
La ricostruzione paleo-ambientale della geologia costiera dell’area ha mostrato che ca. 4000 anni fa la zona era particolarmente idonea per la fondazione di un porto, trattandosi di una baia profonda e riparata, alla foce del Wadi Gawasis. D’altra parte, sembra che il porto venne abbandonato all’inizio del Nuovo Regno (ca. 1500 BC), quando la zona risulta quasi completamente interrata.
Lungo il margine occidentale della terrazza corallina sono state trovate nuove inscrizioni datate all’epoca di Senusret II, Senusret III, Amenemhat III e Amenemhat IV. Riportano testimonianza di almeno 12 spedizioni datate dall’epoca di Senusret I a Amenemhat IV. Inoltre, la ceramica indica che il sito fu in uso anche durante periodi precedenti e successivi, probabilmente a partire dalla fine dell’Antico Regno fino alla XVIII° dinastia.
Lungo il margine occidentale della terrazza sono state individuate otto grotte artificiali utilizzate come rifugio dai membri delle spedizioni, ma anche per conservare l’attrezzatura. Davanti alle grotte sono state trovate aree funzionali e amministrative. In particolare, all’interno e in prossimità, sono stati rinvenuti diversi frammenti lignei provenienti da componenti delle barche, che hanno consentito un punto di vista privilegiato sull’analisi della tecnologia navale egiziana, insieme alle scatole da carico che venivano usate per il trasporto delle ‘meraviglie di Punt’ come dichiarato su un’inscrizione dipinta su una di queste.
Gli scavi sulla parte superiore della terrazza, nel settore orientale del sito, hanno portato alla luce altre strutture votive e commemorative che celebrano il rientro da alcune spedizioni. Sono stati inoltre indagati aspetti peculiari di specifici rituali connessi al mare. Insieme all’epiteto Wsir w3dwr, “Osiride del Mare”, comparso su una stele proveniente dal settore occidentale del sito, questi ritrovamenti evidenziano aspetti precedentemente sconosciuti della religione egiziana.
La ceramica d’importazione dalla Nubia, dal bassopiano Eritreo-Sudanese, dalla costa Arabica meridionale e dall’Eritrea e le materie prima provenienti dalle regioni meridionali del Mar Rosso, come scaglie di ossidiana e frammenti di ebano (Diospyrossp.), mostrano l’ampia estensione della rete commerciale sviluppatasi con Punt durante il Medio Regno. Infine, aree di produzione alimentare, una possibile panetteria, resti di capanne e tende al di sopra della terrazza, mostrano la complessa organizzazione e gestione delle spedizioni e gettano luce sulla vita quotidiana del loro equipaggio.