06 Dic Forme e simboli dell’arte himalayana” – M.A. Polichetti – 16 dicembre 2021
Posted at 18:48h
in Seminari
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Massimiliano A. Polichetti
Forme e simboli dell’arte himalayana.
Introduzione all’Arte tibetana e nepalese attraverso le opere conservate nel Museo delle Civiltà – Arte Orientale “Giuseppe Tucci”
Giovedì 16 dicembre 2021 – Ore 16.30
Sala Conferenze “F.M. Gambari”
Museo delle Civiltà
I Settori Tibet e Nepal del MuCiv-MAOr sono strettamente connessi alla storia della ricerca scientifica italiana in Asia, nonché alla vita e all’opera di Giuseppe Tucci (1894-1984), il sommo orientalista riconosciuto a livello internazionale essere il padre della tibetologia.
Le Collezioni di questi Settori sono prevalentemente costituite da dipinti arrotolabili su stoffa, statue in lega metallica, cretulaevotive, affreschi, suppellettili e oggetti rituali, oltre a gioielli e a parti di mobili. Fra le tipologie ora enunciate, i dipinti su stoffa (Thang Ka) e le cretulae (Sa Tsha Tsha) fanno di questa una tra le più importanti collezioni d’arte tibetana del mondo, sia per la qualità della realizzazione formale che per la quantità di un repertorio estremamente articolato. La produzione tibetana (come del resto tutta l’arte sacra) rimanda invariabilmente ad una ragione che la determina in qualunque medium concreto possa essere espressa. Il dipinto su stoffa, la pittura murale, la statua in legno o in lega metallica, ovvero i veicoli formali predominanti accanto alle impronte sigillari, alle miniature e a particolari tipologie ed elementi dell’architettura, vengono infatti realizzati quali sostegni sensibili alla pratica spirituale, quest’ultima informata dai principi che regolano la ritualistica del vajrayana (il ‘veicolo della folgore adamantina’), la tradizione esoterica del Buddhismo mahayana, i cui complessi codici simbolici rimangono, in assenza di una specifica iniziazione a quelle liturgie, di difficile accesso e comprensione per gli stessi tibetani.
Le Collezioni sono state integrate dall’importantissima donazione allo Stato di Francesca Bonardi-Tucci, perfezionatasi nel 2005, che ha contribuito ad arricchire anche questa parte del Museo in modo estremamente significativo tramite opere d’arte himalayana d’eccezionale bellezza.