Biblioteca Nazionale Centrale di Roma – Sala delle Collezioni Africane e Orientali
Orario:
martedì 8.30-13.30
mercoledì 8.30-13.30
giovedì 8.30-13.30
Contatti:
Viale Castro Pretorio 105, 00185 Roma
tel. 06 4989373; e-mail: biblioteca.isiao@gmail.com
ISMEO tel. 06 89537445
IsIAO: NOTIZIE STORICHE
L’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO) fu istituito con la legge n. 505 del 25 novembre 1995, che fondeva insieme due istituti di fama internazionale fondati nella prima parte del XX secolo, l’Istituto Italo-Africano (IIA) e l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO), dei quali continuò a perseguire le finalità, salvaguardandone il patrimonio di competenze ed esperienze. L’IsIAO fu soppresso, per motivi economici, con disposizione congiunta del Ministero dell’Economia e delle Finanze e degli Affari Esteri l’11 novembre 2011. Il patrimonio museale del disciolto istituto fu affidato dal Ministero degli Affari Esteri (suo ente vigilante) al Museo delle Civiltà (MuCiv), mentre Biblioteca, Cartoteca e Fototeca furono temporaneamente assegnate alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (BNCR). ISMEO–Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, costituito nel 2012 con il fine di proseguire l’opera scientifica del disciolto IsIAO, contribuisce, con fondi specificamente destinati dal Progetto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca “Studi e ricerche sulle culture dell’Asia e dell’Africa: tradizione e continuità, rivitalizzazione e divulgazione”, in accordo con la BNCR e con la collaborazione scientifica dell’Associazione per gli Studi Africani in Italia (ASAI), al riordino e all’aggiornamento della Biblioteca, nell’attesa che l’intero patrimonio sia custodito da una fondazione.
BIBLIOTECA
Possiede oltre 200.000 volumi, 2.500 periodici di cui circa 500 in corso (al 2012), manoscritti, stampe xilografiche, carte geografiche, fotografie.
Sezione africana
È la più antica specializzata negli studi africanistici esistente in Italia. La sua creazione, insieme con quella dell’Istituto Coloniale Italiano, nel 1906, intendeva corrispondere all’esigenza di un organismo con compiti di informazione sui problemi delle terre d’Oltremare e di formazione di una coscienza coloniale. Concepita come centro di orientamento bibliografico dell’esperienza coloniale europea, la biblioteca documenta la politica italiana in Africa: politica di esplorazione, di colonizzazione, per il caso somalo di preparazione all’indipendenza, di cooperazione. È pertanto una delle più importanti biblioteche italiane sul continente africano e, per la documentazione originale relativa all’Eritrea, all’Etiopia, alla Libia e alla Somalia, una fra le più importanti del mondo. Del suo patrimonio fa parte un piccolo fondo in lingue orientali (arabo, ge’ez, amarico, tigrino, tigrè).
Sezione orientale
Continuazione della biblioteca dell’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO) fondata nel 1934, è specializzata in studi orientalistici antichi e moderni e raccoglie opere di argomento storico, archeologico, filosofico, storico-religioso, linguistico, filologico e letterario con particolare riguardo per l’Asia centrale e meridionale e per l’Estremo Oriente. Di grande importanza è il fondo Giuseppe Tucci costituito dalla biblioteca privata donata dall’insigne orientalista e composta da circa 25.000 opere tra cui un ricco fondo di testi tibetani e sanscriti (stampe silografiche e manoscritti) raccolti da Tucci durante i suoi viaggi in Tibet, un cospicuo numero di testi buddhistici in cinese e una notevole raccolta di opere sull’India e sul Tibet. Particolare menzione meritano il fondo cinese, la sezione di microfilm di manoscritti tibetani e cinesi di Dunhuang, testi rari della Biblioteca nazionale di Pechino ora a Taipei (11 km di pellicole) e periodici scientifici cinesi. Altri fondi conservati nella biblioteca dell’Istitutosono un fondo donato dall’Ambasciata del Giappone in Italia, i fondi Giacinto Auriti, Salvatore Mergè, Lamberto Ricci (estremo-orientalistici), il fondo Pietro Quaroni (indologico), il fondo Emilio Dubbiosi (opere arabe per lo più manoscritte in corso di catalogazione), il fondo Maurizio Taddei (archeologia e storia dell’arte dell’India).
Fototeca
Custodisce una ragguardevole e, per molti aspetti, inestimabile e insostituibile collezione di immagini sull’Africa e sull’Asia. Questo vale senz’altro per l’Eritrea, l’Etiopia, la Libia e la Somalia a partire dai primissimi anni di presenza italiana in Africa. Tale documentazione fotografica, in gran parte ereditata dal Ministero dell’Africa Italiana, raccoglie non soltanto materiale “ufficiale”, ma anche una interessante produzione fotografica di privati (fotografi professionisti e dilettanti, missionari e militari, viaggiatori e antropologi). La raccolta può essere stimata in circa 100.000 stampe fotografiche, 20.000 negativi su lastra di vetro e varie centinaia su pellicola ed è completamente catalogata per quanto riguarda la sezione Etiopia-Eritrea. Le collezioni fotografiche orientali comprendono circa 500.000 documenti provenienti dalle missioni dell’Istituto. Di questi, 14.000 formano l’archivio fotografico delle spedizioni di Giuseppe Tucci nella regione himalayana. L’archivio himalayano, completamente catalogato, contiene anche riprese uniche di monumenti tibetani ormai non più esistenti. Il materiale fotografico orientalistico, insieme all’archivio di circa 19.000 disegni per lo più di grande formato (rilievi topografici e stratigrafici e disegni di pezzi archeologici), è provvisoriamente depositato presso il MuCiv.
Cartoteca
Possiede circa 3.000 carte per complessivi 14.000 fogli, in gran parte ereditati dal Servizio Cartografico del Ministero dell’Africa italiana, sorto nel 1914 con una funzione documentaria interna alla compagine ministeriale. La raccolta comprende la produzione cartografica ufficiale italiana – dell’Istituto Geografico Militare e dell’Istituto Idrografico della Marina – e, in misura minore, quella privata italiana ed estera. Il materiale, assai datato, con un rilievo prevalentemente storico, è il più importante del genere nel nostro paese. L’arco temporale va dal penultimo decennio dell’800 agli anni ’50 del ’900.